Nel 1251 è nominato in una pergamena delle carte di Biandrate. Il documento, datato 3 febbraio, è una dichiarazione della popolazione di Fara di cedere al conte Umberto di Biandrate alcune case per costruire un castello. Una seconda pergamena, datata 10 febbraio dello stesso anno, chiarisce che la cessione fu non di case ma di un castello, quindi già esistente.
Il castello è rimasto coinvolto nelle lotte tra le fazioni guelfe e ghibelline di Novara. I nemici di quest'ultima, detta anche dei Rotondi o dei Tornielli, si erano asserragliati nella campagna circostante Novara, occupando anche il castello.
Questi malefactores, così chiamati negli Statuti di Novara, vennero cacciati dai Rotondi nel 1275. Nel 1328 il castello viene ristrutturato da Calcino Tornielli di Novara, che aggiunge anche una torre. Nel 1356, assieme ad altri castelli della zona, viene ad essere saccheggiato ed incendiato dal comandante di Galeazzo II Visconti Bertolotto Confalonieri, durante le vicende belliche contro il Marchese di Monferrato Giovanni II.
Un documento del 1366 ci fa sapere che nel castello di Fara abitava Luchino dei Conti di Biandrate. Nel 1450, dopo l'insediamento di Francesco Sforza come Duca di Milano, in una relazione sul territorio di Fara per la prima volta vengono nominati due castelli: il Castrum Vetus e il Castrum Novum. Nel seicento il castello è in rovina.
Ai primi del Novecento le strutture sono state trasformate in una villa di campagna. Attualmente la struttura è proprietà privata.